mercoledì 13 maggio 2015

La camera oscura nella scienza

La camera oscura nacque per soddisfare necessità in campo scientifico, come ad esempio poter osservare un’esclissi di Sole, senza incorrere in danni gravi per l’occhio umano.



Il primo fra tutti fu nel IV secolo a.C. Aristotele, che ideò e creò la prima camera oscura in assoluto; quindi, ci furono molti secoli di buio in cui tale dispositivo non venne utilizzato, fino al X-XI secolo, quando l’astronomo arabo Alhazen utilizzò e migliorò la camera ottica per lo studio del Sole e della prospettiva. Con questo stesso scopo lavorarono con l’ausilio della camera ottica l’astronomo Guglielmo di Saint-Cloud e lo stesso Leonardo da Vinci, il quale migliorò notevolmente il dispositivo, che passò da essere una vera e propria stanza, ad una “scatola” portatile; ancora per scrutare il cielo e gli astri, la camera oscura venne impiegata dall’astronomo e matematico olandese Rainer Gemma Frisio e dall’italiano umanista e uomo di Chiesa, Daniele Barbaro. Dopodiché la macchina venne ampiamente utilizzata in campo artistico e si continuò a farne uso per lo studio della prospettiva e dei corpi celesti, fino ad arrivare agli anni ’30 dell’Ottocento, quando vennero inventate le prime vere e proprie macchine fotografiche

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