giovedì 28 maggio 2015

Guglielmo di Saint-Cloud

Guglielmo di Saint-Cloud (vissuto intorno al XIII secolo) è stato un astronomo francese.

Nel suo Almanach planetarum registrò la posizione del Sole, della Luna e dei pianeti dal 1292 al 1312. Per le sue osservazioni utilizzò la proiezione dell’immagine del Sole su uno schermo mediante una camera oscura, il cui funzionamento è spiegato nel prologo della sua opera.

Inoltre, nel 1285 osservò la congiunzione di Saturno e Giove e il 5 giugno dello stesso anno un eclissi di Sole.

martedì 19 maggio 2015

Al-Hazen, il genio arabo


Al-Hazen , o più semplicemente Alhazen, (Bassora, 965 ca. – Il Cairo, 1039), fu uno dei più importanti e geniali scienziati del mondo islamico, considerato l’iniziatore dell’ottica moderna. E' stato un medico, filosofo, matematico, fisico ed astronomo arabo.

Nato in una famiglia dalle grandi potenzialità economiche, si dedicò a studi che erano inizialmente diretti verso carriere che oggi si potrebbero definire di pubblica amministrazione; fu nominato visir per la provincia di Bassora, ma i suoi dubbi religiosi resero incompatibile la sua permanenza in cariche in qualche modo dipendenti dal potere politico, strettamente connesso con l’ambiente “clericale” dei dotti. Fu questo uno dei motivi che lo spinsero a dedicarsi completamente alle scienze; le sue qualità cominciarono ad emergere, ad attribuirgli una certa notorietà ed a fargli conoscere le teorizzazioni della cultura classica dell’area mediterranea. Uno dei suoi primi “incontri” con la scienza classica lo portò a conoscere Aristotele.

Ben presto si trasferì in Egitto, dove vi rimase fino alla fine dei suoi giorni. Qui, nella capitale egiziana, luogo multiculturale e stimolante, poté approfondire i suoi studi di ottica, branca della scienza nella quale è maggiormente ricordato; in questi anni si dedicò allo studio delle leggi fisiche scoperte e dimostrate in Europa, traducendole in lingua araba, offrendo così la possibilità al mondo arabo di entrare in contatto con tali scoperte. Successivamente si occupò di confutare le teorie fino al momento in voga sulla luce, in particolare la teoria della “scorze”, e si occupò dello studio dell’occhio umano. Si servì anch’egli della camera oscura per dimostrare che le immagini venivano capovolte sulla retina e che quindi non corrispondevano all’immagine “reale”; quelle che fino a quel momento erano solo intuizioni geometriche, vennero provate dall’uso della camera oscura.

Nonostante la fama acquisita in Egitto, in Europa non si venne mai a conoscenza di Alhazen fino alla fine del XIII secolo, quando vennero tradotti alcuni suoi manoscritti dal monaco polacco Vitellione.

mercoledì 13 maggio 2015

La camera oscura nella scienza

La camera oscura nacque per soddisfare necessità in campo scientifico, come ad esempio poter osservare un’esclissi di Sole, senza incorrere in danni gravi per l’occhio umano.



Il primo fra tutti fu nel IV secolo a.C. Aristotele, che ideò e creò la prima camera oscura in assoluto; quindi, ci furono molti secoli di buio in cui tale dispositivo non venne utilizzato, fino al X-XI secolo, quando l’astronomo arabo Alhazen utilizzò e migliorò la camera ottica per lo studio del Sole e della prospettiva. Con questo stesso scopo lavorarono con l’ausilio della camera ottica l’astronomo Guglielmo di Saint-Cloud e lo stesso Leonardo da Vinci, il quale migliorò notevolmente il dispositivo, che passò da essere una vera e propria stanza, ad una “scatola” portatile; ancora per scrutare il cielo e gli astri, la camera oscura venne impiegata dall’astronomo e matematico olandese Rainer Gemma Frisio e dall’italiano umanista e uomo di Chiesa, Daniele Barbaro. Dopodiché la macchina venne ampiamente utilizzata in campo artistico e si continuò a farne uso per lo studio della prospettiva e dei corpi celesti, fino ad arrivare agli anni ’30 dell’Ottocento, quando vennero inventate le prime vere e proprie macchine fotografiche

domenica 10 maggio 2015

Il Bucintoro al Molo il giorno dell’Ascensione

È ancor più evidente la perfezione nelle linea e nei contorni nell’opera del 1729, “Il Bucintoro al Molo il giorno dell’Ascensione”

Il Bucintoro al Molo il giorno dell'Ascensione - Olio su tela


In questa opera è raffigurato il ritorno del Bucintoro al Molo nel giorno dell’Ascensione, una festa tipica dei veneziani che celebra la loro unione con il mare. Da notare, oltre alla strepitosa scelta cromatica, la perfezione nei contorni di ogni soggetto, tale da far sembrare il quadro una fotografia, e la totale assenza di interpretazione artistica del pittore, sintomo di una concezione illuministica del concetto di bellezza, che si trova nell’ordine e nella perfezione dei contorni.

Opera interamente realizzata mediata l’ausilio della camera oscura ed il risultato lo dimostra: più che un dipinto ci sembra una fotografia! Finalmente, con il Canaletto la camera oscura inizia ad essere largamente utilizzata nel mondo dell’arte pittorica, nonostante questo dispositivo venisse utilizzato fin dai tempi di Aristotele.

giovedì 7 maggio 2015

Westminster Bridge

Westminster Bridge - Olio su tela - 1746 


Questa bellissima opera realizzata nel 1746 da Giovanni Antonio Canal, meglio noto come Canaletto (Venezia, Ottobre 1697 – Venezia, Aprile 1768), ritrae il ponte di Westminster durante una comune giornata londinese della metà del ‘700; oltre ad essere colpiti dalla luminosità del quadro, dovuta alla scelta appropriata dei colori e dalla tecnica pittorica utilizzata (olio su tela), si è subito stupiti per la quantità di dettagli, soggetti ed architetture, dipinti con una precisione “chirurgica”, alquanto impossibile da raggiungere senza l’ausilio di strumenti. Ciò che colpisce ancora di più è il fatto che nella maggior parte delle opere del Canaletto ci sia questa grande precisione nella rappresentazione di ogni soggetto, quasi da rendere ogni suo quadro una moderna fotografia.